Di luce e di vento
Asinara e La Maddalena
Maria Gabriella Manca
Edizioni Grafiche Solinas
Nuoro
2004
La ricerca fotografica di Maria Gabriella Manca nell’isola dell’Asinara non è la visitazione dell’Eden. Quel paradiso terrestre è irrimediabilmente perduto. Sul corpo di una natura primigenia è impresso il marchio di un peccato originale. Genius loci e luogo di pena. Terra incontaminata e città di Caino. Nessuna arcadia, nessun estetismo naturalistico. Sulla tavola dell’isola c’è l’imprimatur della presenza carceraria con i suoi tratti distintivi. Una scrittura a lettere di fuoco che si fa traccia di una storia dolorosa.
Di questa raccolta fotografica interessa la qualità dello sguardo. La prospettiva cerca una relazione tra natura e cultura, tra cespuglio e rudere, tra mare, casamento e monte.
Si potrebbe dire che nel racconto fotografico di Maria Gabriella Manca il personaggio centrale è il tempo, nel suo processo di travestimento: la pietra del muro diroccato si copre di licheni in una concordanza col masso errante, l’ocra del ferro ossidato è in una amicizia di colori con il cespuglio adiacente.
La scelta dell’Autunno come stagione della decadenza e della perdita accentua la dimensione dell’abbandono. Anche la Primavera è colta nel campo nebbioso di ferule. La costa frastagliata sembra confermare il destino di lacerazione.
E proprio nel rapporto col tempo e con lo spazio i ruderi vengono ripresi come scenari metafisici, segni di una dolorosa testimonianza storica e simboli inquietanti di un passato che interroga il presente.
Il significante fondamentale è il degrado in quella fase di occultamento che dispone alla dimenticanza. In questo destino del tempo è l’immagine a farsi testimone e a cantare per frammenti una storia di insediamenti e di reclusione: tracce di vita che si pongono come scrittura per perpetuare la memoria.
(B. Bandinu – Dalla recensione al libro Di luce e di vento)